martedì 7 febbraio 2012

XXVI - Precetti

Dopo queste cose, Gesù andava attorno per la Galilea; non voleva andare attorno per la Giudea perché i Giudei cercavan d'ucciderlo. 
Allora si radunarono presso di lui i Farisei ed alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. E videro che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate. Poiché i Farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono con gran cura lavate le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi; e quando tornano dalla piazza non mangiano se non si sono purificati con delle aspersioni. E vi sono molte altre cose che ritengono per tradizione: lavature di calici, d'orciuoli e di vasi di rame.  E i Farisei e gli scribi gli domandarono: "Perché i tuoi discepoli non seguono essi la tradizione degli antichi, ma prendon cibo con mani impure?"
Poi, chiamata a sé di nuovo la moltitudine, diceva loro: "Ascoltatemi tutti ed intendete: Non v'è nulla fuori dell'uomo che entrando in lui possa contaminarlo; ma son le cose che escon dall'uomo quelle che contaminano l'uomo. Chi ha orecchi per intendere, intenda!". E quando, lasciata la moltitudine, fu entrato in casa, i suoi discepoli lo interrogarono intorno alla parabola. Ed egli disse loro: "Siete anche voi così privi d'intendimento? Non capite voi che tutto ciò che dal di fuori entra nell'uomo non lo può contaminare, perché gli entra non nel cuore ma nel ventre e se ne va nella latrina?" Così dicendo, dichiarava puri tutti quanti i cibi.  Diceva inoltre: "È quel che esce dall'uomo che contamina l'uomo; poiché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro e contaminano l'uomo".
Poi, partito da là, si recò verso i confini di Tiro. Ed entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse; ma non poté restar nascosto.
In quel mentre i discepoli s'accostarono a Gesù, dicendo: "Chi è dunque il maggiore nel regno dei cieli?  Ed egli, chiamato a sé un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità io vi dico: Se non mutate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete punto nel regno dei cieli. Chi pertanto si abbasserà come questo piccolo fanciullo, è lui il maggiore nel regno dei cieli. 
Guai al mondo per gli scandali! Poiché, ben è necessario che avvengano degli scandali; ma guai all'uomo per cui lo scandalo avviene! Ora, se la tua mano o il tuo piede ti è causa di peccato, mozzali e gettali via da te; meglio è per te l'entrare nella vita monco o zoppo, che l'avere due mani o due piedi ed esser gettato nel fuoco eterno. E se l'occhio tuo è causa di peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te l'entrar nella vita con un occhio solo, che l'aver due occhi ed esser gettato nella geenna del fuoco. 
Che vi pare egli? Se un uomo ha cento pecore e una di queste si smarrisce, non lascerà egli le novantanove sui monti per andare in cerca della smarrita? E se gli riesce di ritrovarla, in verità vi dico che egli si rallegra più di questa che delle novantanove che non si erano smarrite. Così è voler del Padre vostro che è nei cieli, che neppure un solo di questi piccoli perisca.
Se poi il tuo fratello ha peccato contro di te, va' e riprendilo fra te e lui solo. Se t'ascolta, avrai guadagnato il tuo fratello; ma, se non t'ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. E se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, sia come il pagano e il pubblicano". 
Allora Pietro, accostatosi, gli disse: "Signore, quante volte, peccando il mio fratello contro di me, gli perdonerò io? fino a sette volte?" E Gesù a lui: "Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Perciò il regno dei cieli è simile ad un re che volle fare i conti coi suoi servitori. E avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno, che era debitore di diecimila talenti. E non avendo egli di che pagare, il suo signore comandò che fosse venduto lui con la moglie e i figli e tutto quanto aveva, e che il debito fosse pagato. Allora il servitore, gettatosi a terra, gli si prostrò dinanzi, dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto. E il signore di quel servitore, mosso a compassione, lo lasciò andare, e gli rimise il debito. Ma quel servitore, uscito, trovò uno dei suoi conservi che gli doveva cento denari; e afferratolo, lo strangolava, dicendo: Paga quel che devi! Allora il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò. Ma colui non volle; anzi andò e lo cacciò in prigione, finché avesse pagato il debito. Ora i suoi conservi, veduto il fatto, ne furono grandemente rattristati, e andarono a riferire al loro signore tutto l'accaduto. Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: Malvagio servitore, io t'ho rimesso tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, com'ebbi anch'io pietà di te? E il suo signore, adirato, lo diede in man degli aguzzini fino a tanto che avesse pagato tutto quel che gli doveva. Così vi farà anche il Padre mio celeste, se ognun di voi non perdona di cuore al proprio fratello".






lunedì 6 febbraio 2012

XXV - Istruzioni per la missione, ritorno dagli apostoli

E vedendo la folla, ne ebbe compassione, perché era stanca e sfinita, come pecore che non hanno pastore.
Poi chiamò a sé i dodici e cominciò a mandarli a due a due; e dette loro potestà sugli spiriti immondi. 
Questi dodici mandò Gesù, dando loro queste istruzioni: "Non andate fra i Gentili, e non entrate in alcuna città dei Samaritani, ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. 
Non fate provvisione né d'oro, né d'argento, né di rame nelle vostre cinture, né di sacca da viaggio, né di due tuniche, né di calzari, né di bastone, perché l'operaio è degno del suo nutrimento. Ora in qualunque città o villaggio sarete entrati, informatevi chi sia degno; e dimorate da lui finché partiate. E quando entrerete nella casa, salutatela. E se quella casa n'è degna, venga la pace vostra su lei: se poi non ne è degna la vostra pace torni a voi. E se alcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità io vi dico che il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città. Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. E guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in man dei tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete menati davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza dinanzi a loro ed ai Gentili. 
E quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che il Figlio dell'uomo sia venuto. 
Non li temete dunque; poiché non v'è niente di nascosto che non abbia ad essere scoperto, né di occulto che non abbia a venire a notizia. Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo voi nella luce; e quel che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire e l'anima e il corpo nella geenna. Due passeri non si vendon essi per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza del Padre vostro. Ma quant'è a voi, perfino i capelli del vostro capo son tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri". 
E partiti, predicavano che la gente si ravvedesse. Ora gli apostoli, essendosi raccolti presso Gesù, gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.

domenica 5 febbraio 2012

XIV - Nessuno è profeta in patria

Quando Gesù ebbe finite queste parabole, partì. E recatosi nella sua patria, li ammaestrava nella loro sinagoga, tanto che alcuni si stupivano e dicevano: "Da dove ha tratto costui questa sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria, e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove dunque vengono a lui tutte queste cose?" E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è sprezzato che nella sua patria e in casa sua".

sabato 4 febbraio 2012

XIII - La parabola del nuovo vino in vecchie bottiglie

Disse loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo ad un vestito vecchio; altrimenti strappa il nuovo, e il pezzo tolto dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vin nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, il vino si spande, e gli otri vanno perduti. Ma il vino nuovo va messo in otri nuovi. E nessuno che abbia bevuto del vino vecchio, ne desidera del nuovo, perché dice: Il vecchio è buono".

venerdì 3 febbraio 2012

XXII - Precetti

Diceva ancora: "Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme in terra, e dorma e si levi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce nel modo ch'egli stesso ignora. La terra da se stessa dà il suo frutto: prima l'erba; poi la spiga; poi, nella spiga, il grano ben formato. E quando il frutto è maturo, subito egli vi mette la falce perché la mietitura è venuta".
Diceva ancora: "A che assomiglieremo il regno di Dio, o con qual parabola lo rappresenteremo? Esso è simile ad un granello di senapa, il quale, quando lo si semina in terra, è il più piccolo di tutti i semi che son sulla terra; ma quando è seminato, cresce e diventa maggiore di tutti i legumi; e fa dei rami tanto grandi, che all'ombra sua possono ripararsi gli uccelli del cielo". 
E con molte cosiffatte parabole esponeva loro la Parola, secondo che potevano intendere; e non parlava loro senza parabola; ma in privato spiegava ogni cosa ai suoi discepoli.
Avvenne quindi che mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: "Io ti seguiterò dovunque tu andrai".
E Gesù gli rispose: "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". E ad un altro disse: "Seguimi!. Ed egli rispose: "Permettimi prima d'andare a seppellir mio padre". Ma Gesù gli disse: "Lascia i morti seppellire i loro morti; ma tu vai ad annunciare il regno di Dio". E un altro ancora gli disse: "Ti seguiterò, Signore, ma permettimi prima d'accomiatarmi da quelli di casa mia". Ma Gesù gli disse: "Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi riguardi indietro, è adatto al regno di Dio". 
E dopo queste cose, egli uscì e notò un pubblicano, di nome Levi, che sedeva al banco della gabella, e gli disse: "Seguimi". Ed egli, lasciata ogni cosa, si levò e si mise a seguirlo. E Levi gli fece un gran convito in casa sua; e c'era gran folla di pubblicani e d'altri che erano a tavola con loro. 
Ed avvenne che, mentre Gesù era a tavola in casa di lui, molti pubblicani e peccatori erano anch'essi a tavola con lui e coi suoi discepoli; poiché ve n'erano molti e lo seguivano. E gli scribi tra i Farisei vedutolo mangiare con i pubblicani e coi peccatori, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai mangia e beve coi pubblicani e i peccatori?" E Gesù, udito ciò, disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non son venuto a chiamar dei giusti, ma dei peccatori".

giovedì 2 febbraio 2012

XXI - La parabola delle zizzanie

Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: "il regno dei cieli è simile ad un uomo che ha seminato buona semenza nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò delle zizzanie in mezzo al grano e se ne andò.  E quando l'erba fu nata ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie.  E i servitori del padron di casa vennero a dirgli: Signore, non hai tu seminato buona semenza nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania? Ed egli disse loro: Un nemico ha fatto questo. E i servitori gli dissero: Vuoi tu che l'andiamo a cogliere? Ma egli rispose: No, che talora, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che ambedue crescano assieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura, io dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio". 
Allora Gesù, lasciata la folla, tornò a casa; e i suoi discepoli gli s'accostarono, dicendo: "Spiegaci la parabola delle zizzanie del campo". Ed egli, rispondendo, disse loro: "Colui che semina la buona semenza, è il Figlio dell'uomo; il campo è il mondo, la buona semenza sono i figli del Regno; le zizzanie sono i figli del maligno; il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell'età presente; i mietitori sono angeli. Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano col fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d'iniquità,  e li getteranno nella fornace del fuoco. Ed ecco che sarà il pianto e lo stridor dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, oda".
"Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per l'allegrezza che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo. Il regno dei cieli è anche simile ad un mercante che va in cerca di belle perle, e trovata una perla di gran prezzo, se n'è andato, ha venduto tutto quel che aveva, e l'ha comperata. Il regno de' cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni sorta di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e, postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi, e buttano via quel che non val nulla. Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, toglieranno i malvagi di mezzo ai giusti, e li getteranno nella fornace del fuoco. Ed ecci cge sarà il pianto e lo stridor dei denti. Avete intese tutte queste cose?" Essi gli risposero: "Sì". Allora disse loro: "Per questo, ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile ad un padrone di casa il quale trae fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie".

mercoledì 1 febbraio 2012

XX - La parabola della lampada

Poi diceva ancora: "Si reca forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? Non è essa creata per esser messa sul candeliere? Poiché non v'è nulla che sia nascosto se non in vista d'esser manifestato; e nulla è stato tenuto segreto, se non per esser messo in luce. Se uno ha orecchi da udire oda".

martedì 31 gennaio 2012

XIX - La parabola del seminatore

In quel giorno Gesù, uscito di casa, si pose a sedere presso al mare; e molte persone si radunarono attorno a lui; così egli, montato in una barca, vi sedette; e tutta la moltitudine stava sulla riva. Ed egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. E un'altra cadde nei luoghi rocciosi ove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu riarsa; e perché non aveva radice, si seccò. E un'altra cadde sulle spine; e le spine crebbero e l'affogarono. E un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando qual cento, qual sessanta, qual trenta per uno. Chi ha orecchi da udire oda".
Quand'egli fu in disparte, quelli che gli stavano intorno coi dodici, lo interrogarono sulle parabole. 
"Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore: Tutte le volte che uno ode la parola del Regno e non la intende, viene il maligno e porta via quel che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto la semenza lungo la strada. E quegli che ha ricevuto la semenza in luoghi rocciosi, è colui che ode la Parola e subito la riceve con allegrezza; però non ha radice in sé, ma è di corta durata; e quando venga tribolazione o persecuzione a ragione della parola, è subito scandalizzato. E quegli che ha ricevuto la semenza fra le spine, è colui che ode la Parola; poi le cure mondane e l'inganno delle ricchezze affogano la Parola, e così riesce infruttuosa. Ma quei che ha ricevuto la semenza in buona terra, è colui che ode la Parola e l'intende; che porta del frutto e rende l'uno il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta".

lunedì 30 gennaio 2012

XVIII - Precetti

Mentre egli parlava, un Fariseo lo invitò a cenare da lui. Ed egli, entrato, si mise a tavola. E il Fariseo, veduto questo, si meravigliò che non si fosse lavato, prima di cenare. E il Signore gli disse: "Voi Farisei nettate il di fuori della coppa e del piatto, ma l'interno vostro è pieno di rapina e di malvagità. Stolti, Colui che ha fatto il di fuori, non ha anche fatto il di dentro? Date piuttosto in elemosina quel che è dentro al piatto; ed ecco, ogni cosa sarà netta per voi. Ma guai a voi, Farisei, poiché pagate la decima della menta, della ruta e d'ogni erba, e trascurate la giustizia e l'amor di Dio! Queste son le cose che bisognava fare, senza tralasciar le altre. Guai a voi, Farisei, perché amate i primi seggi nelle sinagoghe, e i saluti nelle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono, e chi vi cammina sopra non ne sa niente". 
Allora uno dei dottori della legge, rispondendo, gli disse: "Maestro, parlando così, fai ingiuria anche a noi". 
Ed egli disse: "Guai anche a voi, dottori della legge, perché caricate le genti di pesi difficili a portare e voi non toccate quei pesi neppur con un dito! Guai a voi, dottori della legge, poiché avete tolta la chiave della scienza! Voi stessi non siete entrati, ed avete impedito quelli che entravano". 
E quando fu uscito di là, gli scribi e i Farisei cominciarono a incalzarlo fieramente ed a trargli di bocca risposte a molte cose; tendendogli dei lacci, per coglier qualche parola che gli uscisse di bocca.

domenica 29 gennaio 2012

XVII - La parabola del fico sterile

Disse pure questa parabola: Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna; e andò a cercarvi del frutto, e non ne trovò. Disse dunque al vignaiolo: Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercar frutto da questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché sta lì a rendere improduttivo anche il terreno? Ma l'altro, rispondendo, gli disse: Signore, lascialo ancora quest'anno, finché io l'abbia scalzato e concimato; e forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai.

sabato 28 gennaio 2012

XVI - Precetti

Poi disse ai suoi discepoli: "Perciò vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vita vostra di quel che mangerete; né per il corpo di che vi vestirete; poiché la vita è più del nutrimento, e il corpo è più del vestito. Considerate i corvi: non seminano, non mietono; non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Di quanto non siete voi da più degli uccelli? E chi di voi può con la sua sollecitudine aggiungere alla sua statura pure un cubito? Se dunque non potete far nemmeno ciò che è minimo, perché siete in ansiosa sollecitudine del rimanente? Considerate i gigli, come crescono; non faticano e non filano; eppure io vi dico che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Quindi se Dio riveste così l'erba che oggi è nel campo e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi, o gente di poca fede? Anche voi non cercate che mangerete e che berrete, e non ne state in sospeso; poiché tutte queste cose son le genti del mondo che le ricercano; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno sopraggiunte. Non temere, o piccolo gregge; poiché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno. Vendete i vostri beni, e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno nei cieli, ove ladro non s'accosta e tignola non guasta. Perché dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
I vostri fianchi siano cinti, e le vostre lampade accese; e voi siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando tornerà dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e picchierà. Beati quei servitori che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se giungerà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Quindi sappiate questo, che se il padrone di casa sapesse a che ora verrà il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe sconficcar la casa. Anche voi siate pronti, perché nell'ora che non pensate, il Figlio dell'uomo verrà".
E Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici tu per noi, o anche per tutti?" 
E il Signore rispose: "E qual è mai l'economo fedele e avveduto che il padrone costituirà sui suoi domestici per dar loro a suo tempo la loro misura di viveri? Beato quel servitore che il padrone, al suo arrivo, troverà facendo così. In verità io vi dico che lo costituirà su tutti i suoi beni. Ma se quel servitore dice in cuor suo: Il mio padrone mette indugio a venire; e comincia a battere i servi e le serve, e a mangiare e bere ed ubriacarsi, il padrone di quel servitore verrà nel giorno che non se l'aspetta e nell'ora che non sa; e lo farà lacerare a colpi di flagello, e gli assegnerà la sorte degl'infedeli. Quindi quel servitore che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la volontà di lui, sarà battuto di molti colpi; ma colui che non l'ha conosciuta e ha fatto cose degne di castigo, sarà battuto di pochi colpi. E a chi molto è stato dato, molto sarà ridomandato; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.
Disse poi alla folla: "Quando vedete una nuvola venir su da ponente, voi dite subito: Viene la pioggia; e così succede. E quando sentite soffiar lo scirocco, dite: Farà caldo, e avviene così. Ipocriti, ben sapete discernere l'aspetto della terra e del cielo; e come mai non sapete discernere questo tempo?  E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai col tuo avversario davanti al magistrato, fa' di tutto, mentre sei per via, per liberarti da lui; che talora egli non ti tragga dinanzi al giudice, e il giudice ti dia in man dell'esecutore giudiziario, e l'esecutore ti cacci in prigione. Io ti dico che non uscirai di là, finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo".
In quello stesso tempo vennero alcuni a riferirgli il fatto dei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato coi loro sacrifici. E Gesù, rispondendo, disse loro: "Pensate voi che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei perché hanno sofferto tali cose? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, tutti similmente perirete. O quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise, pensate voi che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico; ma se non vi ravvedete, tutti al par di loro perirete."

venerdì 27 gennaio 2012

XV - Parabola dell'uomo ricco

E disse loro questa parabola: "La campagna d'un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra se medesimo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per sé, e non è ricco in vista di Dio".

giovedì 26 gennaio 2012

XIV - Precetti

E giunsero sua madre ed i suoi fratelli; e fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare.Una moltitudine gli stava seduta attorno, quando gli fu detto: "Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle là fuori che ti cercano". Ed egli rispose loro: "Chi è mia madre? e chi sono i miei fratelli?" E guardati in giro coloro che gli sedevano d'intorno, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatta la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre".
Intanto, essendosi la moltitudine radunata a migliaia, così da calpestarsi gli uni gli altri, Gesù cominciò prima di tutto a dire ai suoi discepoli: "Guardatevi dal lievito dei Farisei, che è ipocrisia. Ma non v'è niente di coperto che non abbia ad essere scoperto, né di occulto che non abbia ad esser conosciuto. Perciò tutto quel che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce; e quel che avete detto all'orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti. Ma a voi che siete miei amici, io dico: Non temete coloro che uccidono il corpo, e che dopo ciò, non possono far nulla di più; ma io vi mostrerò chi dovete temere: Temete colui che, dopo aver ucciso, ha potestà di gettar nella geenna. Sì, vi dico, temete Lui. Cinque passeri non si vendon per due soldi? Eppure non uno d'essi è dimenticato dinanzi a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo son tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri".
A questo punto uno della folla gli disse: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma Gesù gli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito su voi giudice o spartitore?" Poi disse loro: "Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza de' beni che uno possiede, ch'egli ha la sua vita".

mercoledì 25 gennaio 2012

XIII - Una donna lo unge

Uno dei Farisei lo pregò di mangiare da lui; ed egli, entrato in casa del Fariseo, si mise a tavola. Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del Fariseo, portò un alabastro d'olio odorifero; e stando ai suoi piedi, di dietro, piangendo cominciò a rigargli di lacrime i piedi, e li asciugava coi capelli del suo capo; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio. Il Fariseo che l'aveva invitato, veduto ciò, disse fra sé: "Costui, se fosse profeta, saprebbe chi e quale sia la donna che lo tocca; perché è una peccatrice". E Gesù, rispondendo, gli disse: "Simone, ho qualcosa da dirti". Ed egli: "Maestro, di' pure". - "Un creditore aveva due debitori; l'uno gli doveva cinquecento denari e l'altro cinquanta. E non avendo essi di che pagare, condonò il debito ad ambedue. Chi di loro dunque l'amerà di più?" Simone, rispondendo, disse: "Stimo sia colui al quale ha condonato di più". E Gesù gli disse: "Hai giudicato rettamente". E voltatosi alla donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non m'hai dato dell'acqua ai piedi; ma ella mi ha rigato i piedi di lagrime e li ha asciugati coi suoi capelli. Tu non m'hai dato alcun bacio; ma ella, da che sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non m'hai unto il capo d'olio; ma ella m'ha unto i piedi di profumo."

martedì 24 gennaio 2012

XII - Esortazione

Quando egli scese dal monte, molte persone lo seguirono
E si meravigliava della loro incredulità. E andava attorno per i villaggi circostanti, insegnando.
Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo. Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perché io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero.

lunedì 23 gennaio 2012

XI - Il discorso della montagna

E Gesù, vedendo le folle, salì sul monte; e postosi a sedere, i suoi discepoli si accostarono a lui. Ed egli, aperta la bocca, li ammaestrava dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati quelli che fanno cordoglio, perché essi saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. Beati quelli che s'adoperano alla pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati dalla giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati voi, quando vi offenderanno vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male a causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che siete ora satolli, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché farete cordoglio e piangerete.Guai a voi quando tutti gli uomini diran bene di voi, perché i padri loro facean lo stesso coi falsi profeti.
Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non ad esser gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.
Non pensate ch'io sia venuto per abolire la legge od i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire: poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto. Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti ed avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica ed insegnati, esso sarà chiamato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei Farisei, voi non entrerete punto nel regno dei cieli. Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere", e "Chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale"; ma io vi dico: "Chiunque si adira contro al suo fratello, sarà sottoposto a giudizio; e chi avrà detto al suo fratello 'stupido', sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto 'pazzo', sarà condannato alla geenna del fuoco." Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare, e ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta dinanzi all'altare, e vai prima a riconciliarti col tuo fratello; e poi vieni ad offrir la tua offerta. Fai presto amichevole accordo col tuo avversario mentre sei ancora per via con lui; che talora il tuo avversario non ti dia in man del giudice, e il giudice in man delle guardie, e tu sii cacciato in prigione. Io ti dico in verità che di là non uscirai, finché tu non abbia pagato l'ultimo spicciolo. Voi avete udito che fu detto: "Non commettere adulterio". Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per appetirla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Ora, se l'occhio tuo destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché val meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, e non sia gettato l'intero tuo corpo nella geenna. E se la tua man destra ti fa cadere in peccato, mozzala e gettala via da te; poiché val meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, e non vada l'intero tuo corpo nella geenna. Fu detto: "Chiunque ripudia sua moglie, le dia l'atto del divorzio."  Ma io vi dico: "Chiunque manda via la moglie, salvo che per cagion di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque sposa colei ch'è mandata via, commette adulterio." Avete udito pure che fu detto agli antichi: "Non ispergiurare, ma attieni al Signore i tuoi giuramenti." Ma io vi dico: Del tutto non giurate, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurar neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi fare un solo capello bianco o nero. Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più vien dal maligno. Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico: Non contrastate al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; ed a chi vuol litigar teco e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. E se uno ti vuol costringere a far seco un miglio, fanne con lui due. Dai a chi ti chiede, e a chi desidera da te un imprestito, non voltar le spalle. Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figliuoli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno anche i pubblicani lo stesso? E se fate accoglienze soltanto ai vostri fratelli, che fate di singolare? Non fanno anche i pagani altrettanto?
E se prestate a quelli dai quali sperate ricevere, qual grazia ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per riceverne altrettanto. Ma amate i vostri nemici, e fate del bene e prestate senza sperarne alcun che, e il vostro premio sarà grande e sarete figliuoli dell'Altissimo; poiché Egli è benigno verso gl'ingrati e malvagi. Siate misericordiosi com'è misericordioso il Padre vostro.
Guardatevi dal praticare la vostra giustizia nel cospetto degli uomini per esser osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai elemosina, non far sonar la tromba dinanzi a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma quando tu fai elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra, affinché la tua limosina si faccia in segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E quando pregate, non siate come gli ipocriti; poiché essi amano di fare orazione stando in piedi nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per esser veduti dagli uomini. Io vi dico in verità che questo è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l'uscio fai orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d'essere esauditi per la moltitudine delle loro parole. Non li rassomigliate dunque, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate.Voi dunque pregate così: 
Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome; 
venga il tuo regno; 
sia fatta la tua volontà 
anche in terra com'è fatta nel cielo. 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano; 
e rimettici i nostri debiti 
come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;
e non ci esporre alla tentazione, 
ma liberaci dal maligno. 
Poiché se voi perdonate agli uomini i loro falli, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà i vostri falli. E quando digiunate, non siate mesti d'aspetto come gl'ipocriti; poiché essi si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, affinché non apparisca agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
Non vi fate tesori sulla terra, ove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri sconficcano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, ove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sconficcano né rubano.  Perché dov'è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque l'occhio tuo è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato;ma se l'occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, esse tenebre quanto grandi saranno! Nessuno può servire a due padroni; perché o odierà l'uno ed amerà l'altro, o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro. Voi non potete servire a Dio e a Mammona. Perciò vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vita vostra di quel che mangerete o di quel che berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce. Non siete voi assai più di loro? E chi di voi può con la sua sollecitudine aggiungere alla sua statura pure un cubito? E intorno al vestire, perché siete con ansietà solleciti? Considerate come crescono i gigli della campagna; essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è e domani è gettata nel forno, non vestirà Egli molto più voi, o gente di poca fede? Non siate dunque con ansietà solleciti, dicendo: "Che mangeremo? che berremo? o di che ci vestiremo?" Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; e il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. Non siate dunque con ansietà solleciti del domani; perché il domani sarà sollecito di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno.
Non giudicate affinché non siate giudicati; perché col giudizio col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con cui misurate, sarete voi misurati.
Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà rimisurato a voi.
E perché guardi tu il bruscolo che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? Ovvero, come potrai tu dire al tuo fratello: "Lascia che io ti tragga dall'occhio il bruscolo, mentre ecco la trave è nell'occhio tuo?" Ipocrita, trai prima dall'occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per trarre il bruscolo dall'occhio del tuo fratello. Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci, che talora non le pestino coi piedi e rivolti contro a voi non vi sbranino. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi picchia. E qual è l'uomo fra voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un pesce gli dia un serpente? Se dunque voi che siete malvagi, sapete dar buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà Egli cose buone a coloro che gliele domandano! Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge ed i profeti. Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entran per essa. Stretta invece è la porta ed angusta la via che mena alla vita, e pochi son quelli che la trovano.
Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore, ma dentro son lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si colgon forse delle uve dalle spine, o dei fichi dai triboli? Così, ogni albero buono fa frutti buoni; ma l'albero cattivo fa frutti cattivi.Un albero buono non può far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto, è tagliato e gettato nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti.
L'uomo dabbene dal suo buon tesoro trae cose buone; e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Ora io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderan conto nel giorno del giudizio; poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato.
Perciò chiunque ode queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo avveduto che ha edificata la sua casa sopra la roccia.  E la pioggia è caduta, e son venuti i torrenti, e i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma ella non è caduta, perché era fondata sulla roccia.  E chiunque ode queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato ad un uomo stolto che ha edificata la sua casa sulla rena.  E la pioggia è caduta, e son venuti i torrenti, e i venti hanno soffiato ed hanno fatto impeto contro quella casa; ed ella è caduta, e la sua ruina è stata grande. 
Ed avvenne che quando Gesù ebbe finiti questi discorsi, la folla si stupì del suo insegnamento, perché egli insegnava avendo autorità, e non come i loro scribi.

domenica 22 gennaio 2012

X - Nomina i suoi discepoli

Ora avvenne in quei giorni che egli se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in orazione a Dio. E quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli, e ne elesse dodici, ai quali dette anche il nome di apostoli: Simone, che nominò anche Pietro, e Andrea, fratello di lui, e Giacomo e Giovanni, e Filippo e Bartolommeo, e Matteo e Toma, e Giacomo d'Alfeo e Simone chiamato Zelota, e Giuda di Giacomo, e Giuda Iscariot che divenne poi traditore.
E sceso con loro, si fermò sopra un ripiano, insieme con gran folla dei suoi discepoli e gran quantità di popolo da tutta la Giudea e da Gerusalemme e dalla marina di Tiro e di Sidone,

sabato 21 gennaio 2012

IX - Spiega lo Sabbath

In quel tempo Gesù passò in giorno di sabato per i campi; e i suoi discepoli ebbero fame e presero a svellere delle spighe ed a mangiare. E i Farisei, veduto ciò, gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli fanno quel che non è lecito di fare in giorno di sabato". 3 Ma egli disse loro: "Non avete voi letto quel che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro ch'eran con lui? Come egli entrò nella casa di Dio, e come mangiarono i pani di presentazione i quali non era lecito di mangiare né a lui, né a quelli ch'eran con lui, ma ai soli sacerdoti? Ovvero, non avete voi letto nella legge che nei giorni di sabato, i sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne son colpevoli?"
E, lasciò quel luogo e andò nella loro sinagoga. Ed ecco un uomo che aveva una mano secca. Ed essi, affin di poterlo accusare, fecero a Gesù questa domanda: "È egli lecito far delle guarigioni in giorno di sabato?" Ed egli disse loro: "Chi è colui fra voi che, avendo una pecora, se essa cade  in una fossa nel giorno di sabato, non la prenda e la tragga fuori? Tanto più vale per un uomo rispetto a una pecora! È dunque lecito di far del bene in giorno di sabato."

XXI - Parabola delle zizzanie

Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: "il regno de cieli è simile ad un uomo che ha seminato buona semenza nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò delle zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. E quando l'erba fu nata ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servitori del padron di casa vennero a dirgli: Signore, non hai tu seminato buona semenza nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania? Ed egli disse loro: Un nemico ha fatto questo. E i servitori gli dissero: Vuoi tu che l'andiamo a cogliere? Ma egli rispose: No, che talora, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che ambedue crescano assieme fino alla mietitura; e al tempo della mietitura, io dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio".
Allora Gesù, lasciata folla, tornò a casa; e i suoi discepoli gli s'accostarono, dicendo: "Spiegaci la parabola delle zizzanie del campo". Ed egli, rispondendo, disse loro: "Colui che semina la buona semenza, è il Figlio dell'uomo; il campo è il mondo, la buona semenza sono i figli del Regno; le zizzanie sono i figli del male; il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell'età presente; i mietitori sono angeli. Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano col fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d'iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco. Là sarà il pianto e lo stridore dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, oda.
Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo, che un uomo, dopo averlo trovato, nasconde; e per l'allegrezza che ne ha, va e vende tutto quello che ha, e compra quel campo. Il regno dei cieli è anche simile ad un mercante che va in cerca di belle perle e trovata una perla di gran prezzo, se n'è andato, ha venduto tutto quel che aveva, e l'ha comprata. Il regno dei cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni sorta di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e, postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi, e buttano via quel che non val nulla. Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, toglieranno i malvagi di mezzo ai giusti, e li getteranno nella fornace del fuoco. Ed ecco ci sarà il pianto e lo stridore dei denti. Avete intese tutte queste cose?" Essi gli risposero: "Sì". Allora disse loro: "Per questo, ogni scriba ammaestrato per il regno dei cieli è simile ad un padron di casa il quale trae fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie".

venerdì 20 gennaio 2012

VIII - Egli insegna nella sinagoga

E andarono a Capernaum; e subito, il sabato, Gesù, entrato nella sinagoga, insegnava. E la gente stupiva della sua dottrina, perché egli insegnava loro come avente autorità e non come gli scribi.

giovedì 19 gennaio 2012

VII - Egli battezza, ma si ritira in Galilea dopo la morte di Giovanni

Dopo questi fatti, Gesù andò coi suoi discepoli nelle campagne della Giudea; in quei luoghi si trattenne con loro, e battezzava. Ed essi, lasciata subito la barca e il padre loro, lo seguirono.
Poiché Erode stesso aveva fatto arrestare Giovanni e l'aveva fatto incatenare in prigione su richiesta di Erodiada, moglie di suo fratello Filippo, che Erode aveva sposato. Giovanni infatti gli diceva: "Non puoi avere la moglie di tuo fratello!" Ed Erodiada gli serbava rancore e bramava di farlo morire, ma non poteva; perché Erode aveva soggezione di Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e lo proteggeva; dopo averlo udito era molto perplesso, e l'ascoltava volentieri. Ma venuto un giorno opportuno che Erode, nel suo natalizio, fece un convito ai grandi della sua corte, ai capitani ed ai primi della Galilea, la figliuola della stessa Erodiada, essendo entrata, ballò e piacque ad Erode ed ai commensali. E il re disse alla fanciulla: "Chiedimi quello che vuoi e te lo darò." E le giurò: "Ti darò quel che mi chiederai; fin la metà del mio regno." Costei, uscita, domandò a sua madre: "Che chiederò?" E quella le disse: "La testa di Giovanni Battista." E rientrata subito frettolosamente dal re, gli fece così la domanda: "Voglio che sul momento tu mi dia in un piatto la testa di Giovanni Battista." Il re ne fu grandemente rattristato; ma a motivo dei giuramenti fatti e dei commensali, non volle dirle di no; e mandò subito una guardia con l'ordine di portargli la testa di lui. Ed egli andò, lo decapitò nella prigione, e ne portò la testa in un piatto, e la dette alla fanciulla, e la fanciulla la dette a sua madre.

mercoledì 18 gennaio 2012

VI - Scaccia i mercanti dal Tempio

Dopo questo, scese a Capernaum, egli con sua madre, coi suoi fratelli e i suoi discepoli; e stettero in quel posto non molti giorni.
La Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme. E trovò nel tempio quelli che vendevano buoi e pecore e colombi, e i cambiamonete seduti. E fatta una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio, pecore e buoi; e sparpagliò il denaro dei cambiamonete, e rovesciò le tavole; e a quelli che vendevano i colombi, disse: Portate via di qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato.

martedì 17 gennaio 2012

V - Gesù è battezzato a 30 anni

Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per esser da lui battezzato. E Gesù, quando cominciò anch'egli ad insegnare, aveva circa trent'anni ed era figlio, come credevasi, di Giuseppe, figlio di Heli.

lunedì 16 gennaio 2012

IV - Giovanni battezza nel Giordano

Nel quindicesimo anno dell'impero di Tiberio, essendo Ponzio Pilato governatore della Giudea ed Erode tetrarca della Galilea e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconitide e Lisania tetrarca dell'Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiàfa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto. Giovanni vestiva di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; ed il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora Gerusalemme e tutta la Giudea e tutto il paese d'intorno al Giordano accorsero a lui; ed erano battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

domenica 15 gennaio 2012

III - All'età di dodici anni accompagna i suoi genitori a Gerusalemme e ritornano

E il bambino cresceva e si fortificava, essendo ripieno di sapienza; e la grazia di Dio era sopra lui. 
E quando egli fu giunto ai dodici anni, salirono a Gerusalemme, secondo l'usanza della festa; 
e passati i giorni della festa, come se ne tornavano, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme all'insaputa dei genitori; 
i quali, stimando ch'egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, e si misero a cercarlo fra i parenti e i conoscenti; 
e, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme facendone ricerca. 
Ed avvenne che tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, che li ascoltava e faceva loro delle domande; 
e tutti quelli che l'udivano, stupivano del suo senno e delle sue risposte. 
E, vedutolo, sbigottirono; e sua madre gli disse: Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io ti cercavamo, stando in gran pena. 
E discese con loro, e venne a Nazareth, e stava loro sottomesso. E sua madre serbava tutte queste cose in cuor suo. 
E Gesù cresceva in sapienza e in statura, e in grazia dinanzi a Dio e agli uomini.

sabato 14 gennaio 2012

II - E' circonciso, gli viene dato il nome e tornano a Nazareth

E quando furono compiuti gli otto giorni in capo ai quali egli doveva esser circonciso, gli fu posto il nome di Gesù.
E come ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signore, tornarono in Galilea, a Nazareth, loro città.

venerdì 13 gennaio 2012

I - Giuseppe e Maria vanno a Betlemme dove Gesù nasce

In quei giorni avvenne che un decreto uscì da parte di Cesare Augusto, che si facesse un censimento di tutto l'impero. Questo censimento fu il primo fatto mentre Quirino governava la Siria. E tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth, in Giudea, alla città di Davide, chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, a farsi registrare con Maria sua sposa, che era incinta. E avvenne che, mentre erano in quel luogo, si compì per lei il tempo del parto; ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non v'era posto per loro nell'albergo.

Introduzione

Questo blog si propone di presentare una versione della famosa Bibbia di Jefferson al pubblico italiano.
Nel 1803, mentre era impegnato in altre attività, Thomas Jefferson tagliò dai vangeli i brani che egli riteneva presentare al meglio gli insegnamenti etici di Gesù e li riorganizzò in un certo ordine, incollandoli sulle pagine bianche di un quaderno. Chiamò questo lavoro "La filosofia di Gesù di Nazareth, estratta dai resoconti della sua vita e dottrine, così come restituiti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni; una riduzione del Nuovo Testamento per il loro uso presso gli Indiani, non imbarazzata da questioni di fatti e fede oltre il loro livello di comprensione". In una lettera al suo amico Charles Thompson, descrivendo il suo lavoro, disse: "Se avessi avuto il tempo, avrei aggiunto al mio libello i testi greci, latini e francesi nella colonna a fianco". Qualche tempo dopo compì il lavoro così concepito, restituendo il testo in quattro lingue "in un maneggevole volume, intitolato "Gli insegnamenti di Gesù"".
Questo è il volume chiamato "La Bibbia di Jefferson", che ora è in custodia presso il Governo degli Stati Uniti d'America e la cui pubblicazione fu ordinata dal Congresso alla fine del XIX secolo. Mentre quel volume era ancora in possesso del nipote maggiore di Jefferson, il colonello Thomas Jefferson Randolph, fu fatta una copia accurata dell'indice dei contenuti e la versione così ottenuta fu pubblicata nel 1895 dal National Museum a Washington.
Jefferson descrivendo il suo lavoro a John Adams, scrisse:
Nell'estrarre i principi puri che egli ci insegnò, dovremmo stralciare tutte le vestizioni artificiali che sono state imbastite dai preti, che li hanno travestiti in varie forme, come strumenti per arricchirsi e accrescere il proprio potere. Dobbiamo tralasciare i platonici, i plotiniani, gli stagiriti e gamalieleti, gli eclettici, gli gnostici e gli scolastici, le loro essenza ed emanazioni, il loro logos e demiurghi, eoni e demoni, maschi e femmine e la loro lunga sequenza di... o, dovrei dire in una sola parola, il loro nonsense. Dobbiamo ridurre i nostri volumi ai soli evangelisti, selezionando, persino da loro, le vere parole di Gesù, abbinando le anfibologie con le quali sono state trasmesse, dimenticando spesso, o non comprendendo, cosa è venuto da lui, dando la loro errate interpretazione ai suoi detti ed esprimendo in modo non intellegibile da altri ciò che non avevano capito loro stessi. Si scoprirebbe così ciò che rimane del più sublime e benevolo codice morale che è mai stato offerto dall'uomo e arrangiando il materiale che è con ogni evidenza suo, e che è facilmente distinguibile come diamanti  in una montagna di escrementi. Il risultato è un ottavo di quarantasei pagine di pure e inadulterate dottrine.
Mentre tuttavia, la cosidetta "Bibbia di Jefferson" è di pubblico dominio nella sua versione originale, essa non è mai stata tradotta in lingua italiana. Ecco quindi il tentativo inedito di seguire le orme di Jefferson di restituire le "pure e inadulterate" dottrine di Gesù a occhi non necessariamente "religiosi" in senso cristiano, nella convinzione che i suoi insegnamenti, come quelli di altri saggi dell'antichità come Gautama Buddha, Laozi, Socrate, abbiano un valore universale se purificate dal soppalco liturgico/mitologico.
Anziché tuttavia tradurre il testo di Jefferson, derivante dalla Bibbia di re Giacomo, si è pensato piuttosto di tornare all'origine del lavoro stesso del pensatore e seguendo il suo stesso schema di selezione dei brani evangelici di ricomporre il testo della "Vita e insegnamenti di Gesù di Nazareth" su una delle versioni italiane del testo biblico.
Nel non voler ledere i diritti d'autore delle traduzioni attualmente in commercio (e ritenendo che sarebbe mancata l'autorizzazione a procedere a un simile lavoro su tali edizioni), si è deciso di operare la selezione dei brani dall'edizione Riveduta del 1925, fatta salva licenza di aggiornare alcuni degli arcaismi contenuti nell'italiano dell'epoca onde rendere più leggibile il testo.