Introduzione


Questo blog si propone di presentare una versione della famosa Bibbia di Jefferson al pubblico italiano.
Nel 1803, mentre era impegnato in altre attività, Thomas Jefferson tagliò dai vangeli i brani che egli riteneva presentare al meglio gli insegnamenti etici di Gesù e li riorganizzò in un certo ordine, incollandoli sulle pagine bianche di un quaderno. Chiamò questo lavoro "La filosofia di Gesù di Nazareth, estratta dai resoconti della sua vita e dottrine, così come restituiti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni; una riduzione del Nuovo Testamento per il loro uso presso gli Indiani, non imbarazzata da questioni di fatti e fede oltre il loro livello di comprensione". In una lettera al suo amico Charles Thompson, descrivendo il suo lavoro, disse: "Se avessi avuto il tempo, avrei aggiunto al mio libello i testi greci, latini e francesi nella colonna a fianco". Qualche tempo dopo compì il lavoro così concepito, restituendo il testo in quattro lingue "in un maneggevole volume, intitolato "Gli insegnamenti di Gesù"".
Questo è il volume chiamato "La Bibbia di Jefferson", che ora è in custodia presso il Governo degli Stati Uniti d'America e la cui pubblicazione fu ordinata dal Congresso alla fine del XIX secolo. Mentre quel volume era ancora in possesso del nipote maggiore di Jefferson, il colonello Thomas Jefferson Randolph, fu fatta una copia accurata dell'indice dei contenuti e la versione così ottenuta fu pubblicata nel 1895 dal National Museum a Washington.
Jefferson descrivendo il suo lavoro a John Adams, scrisse:
Nell'estrarre i principi puri che egli ci insegnò, dovremmo stralciare tutte le vestizioni artificiali che sono state imbastite dai preti, che li hanno travestiti in varie forme, come strumenti per arricchirsi e accrescere il proprio potere. Dobbiamo tralasciare i platonici, i plotiniani, gli stagiriti e gamalieleti, gli eclettici, gli gnostici e gli scolastici, le loro essenza ed emanazioni, il loro logos e demiurghi, eoni e demoni, maschi e femmine e la loro lunga sequenza di... o, dovrei dire in una sola parola, il loro nonsense. Dobbiamo ridurre i nostri volumi ai soli evangelisti, selezionando, persino da loro, le vere parole di Gesù, abbinando le anfibologie con le quali sono state trasmesse, dimenticando spesso, o non comprendendo, cosa è venuto da lui, dando la loro errate interpretazione ai suoi detti ed esprimendo in modo non intellegibile da altri ciò che non avevano capito loro stessi. Si scoprirebbe così ciò che rimane del più sublime e benevolo codice morale che è mai stato offerto dall'uomo e arrangiando il materiale che è con ogni evidenza suo, e che è facilmente distinguibile come diamanti  in una montagna di escrementi. Il risultato è un ottavo di quarantasei pagine di pure e inadulterate dottrine.
Mentre tuttavia, la cosidetta "Bibbia di Jefferson" è di pubblico dominio nella sua versione originale, essa non è mai stata tradotta in lingua italiana. Ecco quindi il tentativo inedito di seguire le orme di Jefferson di restituire le "pure e inadulterate" dottrine di Gesù a occhi non necessariamente "religiosi" in senso cristiano, nella convinzione che i suoi insegnamenti, come quelli di altri saggi dell'antichità come Gautama Buddha, Laozi, Socrate, abbiano un valore universale se purificate dal soppalco liturgico/mitologico.
Anziché tuttavia tradurre il testo di Jefferson, derivante dalla Bibbia di re Giacomo, si è pensato piuttosto di tornare all'origine del lavoro stesso del pensatore e seguendo il suo stesso schema di selezione dei brani evangelici di ricomporre il testo della "Vita e insegnamenti di Gesù di Nazareth" su una delle versioni italiane del testo biblico.
Nel non voler ledere i diritti d'autore delle traduzioni attualmente in commercio (e ritenendo che sarebbe mancata l'autorizzazione a procedere a un simile lavoro su tali edizioni), si è deciso di operare la selezione dei brani dall'edizione Riveduta del 1925, fatta salva licenza di aggiornare alcuni degli arcaismi contenuti nell'italiano dell'epoca onde rendere più leggibile il testo.

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